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Segna Riza Lushta e crolla lo stadio Collana

Quando Carlo Di Nanni affermò : «Quanno segna Lushta se ne care ‘o stadio» non non avrebbe mai immaginato che le sue parole sarebbero risultate profetiche. Il giornalista dello Sport del Mezzogiorno lo aveva detto in maniera ironica commentando la lunga astinenza dal gol di Riza Lushta.

Infatti Lushta, proveniente dalla Juventus, era arrivato a Napoli ricco di belle speranze. Del resto arrivava con un biglietto da visita di 46 gol segnati in 86 partite con i bianconeri. Un centravanti con un innegabile fiuto del gol ma che a Napoli perse addirittura l’olfatto.

Segnò il suo primo gol al Bari, proprio la squadra che lo aveva portato in Italia proveniente dal Tirana. Era il 27 gennaio del 1946. La prima giornata di ritorno del campionato Centro-Sud, Lushta interruppe un digiuno durato un intero girone.

Allo stadio Collana la sfrenata esultanza dei tifosi provocò il cedimento strutturale di un settore della tribuna. Si sfiorò la tragedia ma fortunatamente nessuno perse la vita. Ma il bilancio del crollo fu coinvolse 114 persone tra feriti e contusi.

 

Lushta, campione nella Juventus diventa brocco al Napoli

 

Riza Lushta per lungo tempo è considerato il più forte calciatore albanese giunto in Italia nell’anteguerra, insieme a Naim Krieziu. Ma nonostante l’alone di gloria che lo circondava, a Napoli restò una sola stagione. Alla fine del campionato venne ceduto all’Alessandria. Con la maglia azzurra giocò 27 partite segnando appena 6 gol.

Qualcosa di simile al caso Lushta è avvenuto anche in tempi più recenti. Christian Bucchi arrivò a Napoli nel 2006 proveniente dal Modena. Capocannoniere dalla serie B nell’anno precedente con 19 gol in 46 partite. Un acquisto che giustamente fece sognare i tifosi.

Le aspettative erano talmente tante che Calaiò voleva quasi andare via. Era convinto che difficilmente avrebbe trovato spazio nel ruolo che ormai spettava al bomber romano.

Ma le aspettative furono del tutto tradite. Giocò (male) 29 partite segnando solo 8 gol e nei campionati successivi venne trasferito, in prestito a Siena, Bologna, Ascoli e Cesena. E regolarmente rimandato a Napoli a fine prestito.

Al contrario di Calaiò, la seconda scelta, dal 2005 al 2008 con 112 partite giocate e 40 gol realizzati, risultò tra i grandi protagonisti della promozione del Napoli in serie A. 

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